"La custode di mia sorella"
diretto da
Nick Cassavetes
Il film racconta la storia di Kate (Sofia Vassilieva), una giovane ragazza che soffre di leucemia e, senza una donazione di un rene, le sue speranze di vita sono minime.
Dopo varie analisi, si viene a conoscenza dell'incompatibilità sia dei genitori che del fratellino; vi è, però, un ultimo tentativo per salvare Kate: avere una gravidanza "guidata": in alcuni casi, un fratello può non essere compatibile, mentre l'altro si.
Da questa, nasce Anna (Abigal Breslin), sottoposta, fin da subito, a vari esami per poter procedere con la donazione del rene.
Anna, però, vuole riappropriarsi dei diritti del proprio corpo, ma ciò non è consentito dalla legge che richiede un'età minima di 14 anni e, proprio per questo motivo, decide di recarsi da un avvocato (Alec Baldwin) e di impugnare una causa contro i suoi genitori.
Per la malattia della figlia, questi ultimi, hanno trascurato il resto della famiglia: il figlio dislessico, la figlia che non chiedeva altro che scegliere cosa fare da sé, hanno dimenticato di amarsi come avevano promesso il giorno del loro matrimonio: Kate sperava solo che dopo la sua morte, ormai sempre più vicina, tutto potesse tornare alla "normalità" e che potessero ricordare solo i momenti belli e felici passati insieme e dare, ai due figli, quelle attenzioni che, negli anni precedenti, erano mancate.
Nel film vi sono diversi flashback: in uno di questi è ripreso un momento felice di Kate: in ospedale conosce Tayler (Thomas Bekker), anche lui malato di cancro: inizia uno dei periodi migliori, che segna la "rinascita" di Kate: i due iniziano a frequentarsi e si innamorano.
Nel frattempo, la battaglia legale ha inizio: quasi tutti gli interpellati erano convinti che Anna dovesse donare il rene alla sorella e che era troppo piccola per poter comprendere la situazione.
Quasi alla fine del film vi è un colpo di scena: si capisce, infatti, che non è Anna a volere l'emancipazione del proprio corpo, ma che è Kate a non volersi sottoporre ad alcun intervento: ha accettato la malattia ed è pronta a morire.
Dopo la morte di Kate, riusciranno a riprendere in mano le proprie vite e a ritrovare quella serenità che, negli anni, era andata persa?
Dopo varie analisi, si viene a conoscenza dell'incompatibilità sia dei genitori che del fratellino; vi è, però, un ultimo tentativo per salvare Kate: avere una gravidanza "guidata": in alcuni casi, un fratello può non essere compatibile, mentre l'altro si.
Da questa, nasce Anna (Abigal Breslin), sottoposta, fin da subito, a vari esami per poter procedere con la donazione del rene.
Anna, però, vuole riappropriarsi dei diritti del proprio corpo, ma ciò non è consentito dalla legge che richiede un'età minima di 14 anni e, proprio per questo motivo, decide di recarsi da un avvocato (Alec Baldwin) e di impugnare una causa contro i suoi genitori.
Per la malattia della figlia, questi ultimi, hanno trascurato il resto della famiglia: il figlio dislessico, la figlia che non chiedeva altro che scegliere cosa fare da sé, hanno dimenticato di amarsi come avevano promesso il giorno del loro matrimonio: Kate sperava solo che dopo la sua morte, ormai sempre più vicina, tutto potesse tornare alla "normalità" e che potessero ricordare solo i momenti belli e felici passati insieme e dare, ai due figli, quelle attenzioni che, negli anni precedenti, erano mancate.
Nel film vi sono diversi flashback: in uno di questi è ripreso un momento felice di Kate: in ospedale conosce Tayler (Thomas Bekker), anche lui malato di cancro: inizia uno dei periodi migliori, che segna la "rinascita" di Kate: i due iniziano a frequentarsi e si innamorano.
Nel frattempo, la battaglia legale ha inizio: quasi tutti gli interpellati erano convinti che Anna dovesse donare il rene alla sorella e che era troppo piccola per poter comprendere la situazione.
Quasi alla fine del film vi è un colpo di scena: si capisce, infatti, che non è Anna a volere l'emancipazione del proprio corpo, ma che è Kate a non volersi sottoporre ad alcun intervento: ha accettato la malattia ed è pronta a morire.
Dopo la morte di Kate, riusciranno a riprendere in mano le proprie vite e a ritrovare quella serenità che, negli anni, era andata persa?
Mi è difficile commentare questo film: da una parte immagino il dolore provato dai genitori alla notizia della grave malattia della figlia e a tutti i tentativi e i sacrifici per poterla salvare; penso anche alla non libertà della minore, nata solo con lo scopo di salvare la maggiore; si può mettere al mondo un figlio e pregiudicare la sua vita solo per salvarne un'altra?
E, ancora, è giusto o sbagliato procedere senza prima chiedere il parere delle due bambine? A Kate, che non vuole più soffrire per la malattia e ad Anna, messa di fronte ad una scelta/non scelta.
Dall' altra parte,mi soffermo a riflettere sulla forza e sul coraggio delle due sorelle, legate da un affetto smisurato che decidono di provare a "liberarsi" da quei macigni che si portavano dietro.
Penso che la libertà debba essere rispettata, in ogni contesto, per quanto grave e difficile questo possa essere, e che bisogna "lottare" per ottenerla e per difenderla.
Qui il trailer: www.youtube.com/watch?v=WgFR3Q-vsD0
E, ancora, è giusto o sbagliato procedere senza prima chiedere il parere delle due bambine? A Kate, che non vuole più soffrire per la malattia e ad Anna, messa di fronte ad una scelta/non scelta.
Dall' altra parte,mi soffermo a riflettere sulla forza e sul coraggio delle due sorelle, legate da un affetto smisurato che decidono di provare a "liberarsi" da quei macigni che si portavano dietro.
Penso che la libertà debba essere rispettata, in ogni contesto, per quanto grave e difficile questo possa essere, e che bisogna "lottare" per ottenerla e per difenderla.
Qui il trailer: www.youtube.com/watch?v=WgFR3Q-vsD0
_Enrica_

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